Tesi di laurea di Novella de Giorgi in Sociosemiotica – Facoltà di Lettere e Filosofia, Bologna
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Riassunto sintetico
Attraverso un’analisi sociosemiotica del movimento Critical Garden, questo lavoro vuole in qualche modo contribuire a mettere in luce alcuni aspetti di questa realtà metropolitana che più direttamente si connettono al discorso sulla città in generale, e in particolare, alla relazione tra il tessuto urbano e i suoi abitanti.
In una prospettiva sociosemiotica, infatti, il senso non viene colto come dato a priori, come qualcosa che è già contenuto nel testo analizzato: la problematica della significazione si estende all’insieme delle pratiche con cui gli agenti sociali interagiscono tra loro e si relazionano con lo spazio, in altre parole, producono senso (Landowski, 1999). Non si tratta allora di comprendere “il significato” del movimento Critical Garden ma piuttosto di proporre alcune chiavi di lettura che hanno portato ad evidenziare principalmente due questioni, a nostro parere, molto rilevanti:
- La possibilità non solo di immaginare altri modelli di città alternativi a quello dominante, ma anche di realizzarli concretamente. Si vedrà, infatti, come l’esplorazione tattica del territorio produca, per “contagio” tra individuo e ambiente, nonché tra individuo e individuo, concatenamenti di azione e passione, “situazioni costruite” da un attante collettivo che, di fatto, rimodellano dal basso il tessuto urbano. Nel momento in cui l’immaginazione e le aspettative individuali confluiscono nei flussi di moltitudini attive che attraversano le strade delle città, come pure le reti di internet, possono concretamente incidere sul territorio locale, e allo stesso tempo contaminare l’immaginario globale.
- L’importanza di farsi spettatori del paesaggio che ci circonda per divenire attori consapevoli delle sue trasformazioni. A questo proposito, si vedrà come una sorta di pausa rispetto all’agire, una certa astrazione da un mondo che vuole essere a tutti i costi continuamente progettante e produttivo, ci può essere offerta da un “giardino critico” nel momento in cui esso si pone come un universo semantico inviluppante capace di invertire tutte quelle logiche di sradicamento che continuamente sottraggono il territorio urbano ai suoi abitanti e viceversa.