Prima azione di sabotaggio botanico – report fotografico

Azione 4 maggio. Foto di gruppo

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Prima azione di sabotaggio botanico

Domenica 4 maggio – ore 10 – xm24

Azione di giardinaggio-guerriglia. Il sito dell’attacco sarà comunicato sul momento ai partecipanti.

Accorrete numerosi. 

Scarica il volantino

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CrepeUrbane/CampiAperti

CrepeUrbane + CampiAperti

..Rifiuti..

Scarica

CrepeUrbane n.2
CampiAperti n.1

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Manifesto del contadino impazzito

Amate pure il guadagno
facile,
l’aumento annuale di stipendio, le ferie
pagate.
Chiedete più cose prefabbricate,
abbiate paura di
conoscere i vostri prossimi e di morire.
Quando vi vorranno far
comprare qualcosa
vi chiameranno.
Quando vi vorranno far
morire per il profitto,
ve lo faranno sapere.

Ma tu,
amico,
ogni giorno fa qualcosa che non possa essere
misurato.
Ama la vita. Ama la terra.
Conta su quello che hai e
resta povero.
Ama chi non se lo merita.
Non ti fidare del
governo, di nessun governo.
E abbraccia gli esseri umani:
nel
tuo rapporto con ciascuno di loro riponi la tua speranza
politica.

Approva nella natura quello che non
capisci,
perché ciò che l’uomo non ha compreso non ha
distrutto.
Fai quelle domande che non hanno risposta.
Investi
nel millennio… pianta sequoie.
Sostieni che il tuo raccolto
principale è la foresta che non hai seminato,
e che non vivrai
per raccogliere.
Poni la tua fiducia nei cinque centimetri di
humus
Che crescono sotto gli alberi ogni mille
anni.

Finché la donna non ha molto potere,
dai retta alla
donna più che all’uomo.
Domandati se quello che fai
potrà
soddisfare la donna che è contenta di avere un bambino.
Domandati se quello che fai
disturberà il sonno della donna vicina a partorire.
Vai con il tuo amore nei campi.
Risposati all’ombra.

Quando vedi che i generali e i politicanti
riescono a prevedere i movimenti del tuo pensiero,
abbandonalo.
Lascialo come un segnale della falsa pista,
quella che non hai preso.
Fai come la volpe, che lascia molte più tracce del necessario,
diverse nella direzione sbagliata.
Pratica la resurrezione.

W E N D E L L B E R R Y
traduzione di Giannozzo Pucci

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Presentazione alla libreria Modo Infoshop

*Mercoledì 12 marzo 2008 ore 21,30 *

*alla libreria **MODO infoshop
Interno 4 Bologna
Via Mascarella 24/b e 26/a
40126 Bologna
tel. 051/5871012


http://www.modoinfoshop.com/

*****

*_Presentazione del progetto CriticalGarden/CrepeUrbane e dei numeri 0 e
1 della rivista omonima_*

 Locandina incontro Modo

CREPE URBANE è fatto da un collettivo di persone che si è formato circa un anno fa attorno al progetto CRITICAL GARDEN, una due giorni tenuta a xm24 alla scoperta del verde urbano spontaneo, della sua capacità di riprendersi gli spazi abbandonati dalle attività umane. Contemporaneamente incontri con le ancora piccole esperienze italiane di giardinaggi abusivi e critici nelle aree urbane. Orticultori in areeresiduali, ma anche guerriglieri verdi che si riappropriano di spazi vuoti piantando e seminando.

CREPE URBANE sono quelle aperte dalla vitalità delle piante spontanee,ma anche quelle da cui emergono forme di vita, impreviste nell’ ordine neo-liberista globale, che sfruttano con creatività tutto ciò che la macchina economica scarta come residui.

Lo scopo di questa pubblicazione e’ raccontare con parole e immagini queste linee di rottura delle figure omologanti, lisce e continue della regola urbana contemporanea. Le incursioni della rivista nell’ ambiente urbano risultano attualmente estemporanee, come lo sono le forme del selvatico e le diverse pratiche di resistenza ecologica che nascono e si
radicano continuamente.

Nella presentazione verrà raccontata la trasformazione avvenuta negli ultimi anni dell’ area dell’ ex-mercato ortofrutticolo di via
Fioravanti, crepa urbana tuttora in una situazione di sospensione tra vuoto e pieno, tra ciò che nasconde, soprattutto a chi non vuole vedere, e ciò che già si vede del nuovo assetto definito nel progetto di riqualificazione.

Molte altre crepe si possono leggere in questo luogo emblematico per la città, sia per la sua storia che per il futuro prossimo. Sono CREPE URBANE che agiscono nel presente: di conseguenza strumenti importanti per “riprendersi la città”.

Il collettivo CREPE URBANE ne parlerà con:


*Paola Bonora*, Presidente del corso di laurea in Scienze geografiche
Facoltà di Lettere e Filosofia – Dipartimento di Discipline storiche

*Cesare Romani*, geografo e ciclista

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Crepe Urbane numero Uno

Cos’è una crepa urbana?

Scarica il numero Uno

In questo numero: 

  • Cos’è una crepa urbana? Nelle crepe urbane non crescono soltanto piane spontanee
  • Il giardino di xm dopo l’intervento delle ruspe: una analisi dello stato di fatto e una "modesta proposta" di intervento
  • Ampio raggio: l’uso sovversivo e conviviale della bicicletta
  • Abitare critico e autorecupero: il caso di Famiglia Bresci
  • Crepe urbane altrove: Carrboro Greenspace, North Carolina
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Vivi il tuo quartiere 10/11/07 a Segrate

Il csa Baraonda di Segrate e il Comitato Genitori di Rovagnasco in
collaborazione con l’Associazione di Educazione ambientale Idea e il
gruppo di acquisto solidale GAS di Segrate organizzano in data 10
novembre 2007, a partire dalle ore 11.00 e fino alle ore 16.00 l’
iniziativa “Vivi il tuo quartiere”.

Si tratta di una giornata dedicata
all’educazione ambientale, al giardinaggio condiviso e alla
partecipazione attiva dei cittadini nella cura del proprio quartiere.
Durante l’iniziativa saranno realizzate due aiuole di circa 20 m2
complessivi, a scopo sia ornamentale che didattico, utilizzando essenze
annuali (tulipani e grano per avviare un’esperienza di rotazione delle
colture).

E’ un’occasione per assumere un ruolo attivo e visibile
nella gestione delle città affinché gli spazi pubblici siano realmente
considerati come patrimonio di tutti.

E’ un invito alla
partecipazione, ad una pratica di ecologia urbana ricca di natura,
interscambio e contatti tra gruppi e generazioni per coinvolgere tutti,
adulti e bambini, nella trasformazione dell’ambiente quotidiano di
vita, e contribuire così alla formazione di nuovi rapporti sociali e
alla ricostruzione di una comunità di vicinato.

Perché la città è una
giungla in cui mancano solo le piante!

Francesco e Betty

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Rassegna stampa

Parlano di noi.

La stampa – 18 ottobre 2007
I guerriglieri dei giardinetti di Guido Furbesco – Scarica

Contiene anche un intervista a Luca di XM24

 

Il Bologna – 19 ottobre 2007
La riscossa dei guerrieri del verde in Città di Fulvio Abbate – Scarica

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Crepe Urbane numero Zero

E' uscito il numero zero della rivista Crepe Urbane del collettivo criticalgarden di Bologna.

Crepe Urbane – Zero – Ottobre 2007

In questo numero:

  • I vuoti e i pieni – Un manifesto
  • InsOrti / Crepe Fertili – Mostra fotografica del gruppo Reflecsa@xm24
  • Cuba – Un esempio di società post-petrolifera
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Manifesto

Le città in cui viviamo ed i territori vicini da alcuni anni subiscono
massicce opere di costruzione e cementificazione: moltissime aree
urbane che lo sguardo era abituato a vedere aperte, sono ora riempite
da nuovi edifici in rapida crescita che ridisegnano il panorama visivo
e contribuiscono all' urbanizzazione forzata, continua ed
apparentemente inevitabile di persone e luoghi. Un processo globale,
rappresentato in forme mastodontiche dalle nuove megalopoli mondiali,
con decine di milioni di abitanti, molti dei quali vivono in condizioni
estreme negli slum che lambiscono le zone residenziali e del business,
firmate da architetti di fama.
Le città europee e quelle italiane non arrivano a questi limiti, ma registrano comunque un sensibile aumento dei volumi costruiti, dovuto più ad interessi
economici e una nuova e vasta speculazione edilizia – che ad un reale
bisogno di nuovi edifici.
Si frantumano così quelli che fino a pochi decenni fa erano i confini
tra città e paesi: margini caratterizzati da campagne ancora abitate e
produttive nei settori agricoli, organizzati, è vero, su forme di
agricoltura intensiva ed industrializzata, ma in cui sopravvivevano
orti, piccole stalle, pollai e stagni.
La pianura Padana è sempre più un unico immenso agglomerato di
costruzioni, servite da una fitta trama di vie di scorrimento con
flussi continui di traffico, a lungo e corto raggio: tutto ciò ne fa
uno dei territori a più alto tasso di inquinamento della terra.

In questi territori il verde è gestito da attività umane in forme diverse.
I campi delle monoculture, piatti e sterminati, presto saranno
convertiti nelle nuove produzioni destinate alla produzione di
agro-carburanti, furbescamente chiamati bio, alternativi ai derivati
petroliferi.
I giardini: quelli privati che circondano le ville fuori città, curati
come figli viziati, recintati e protetti da vari sistemi di
sorveglianza; e quelli di città, polmoni asfittici di organismi in cui
la fanno da padroni polveri sottili e asfalto.
Le aree protette, dove per far sopravvivere gli ambienti naturali è
necessario l'isolamento, consentendo l'ingresso umano solo attraverso
lo sguardo.
Appena più lontane, ma comunque facilmente raggiungibili, piccole aree
di produzione agricola di qualità, dove spesso si pratica agricoltura
biologica. Solo se non hanno ancora realizzato un centro-benessere o un
campo da golf, massime aspirazioni di "luoghi naturali" della
modernità.
Ed ancora gli orti urbani, assegnati dalle amministrazioni, con
parcelle così simili ai condomini degli assegnatari, oppure piccoli
orti privati di chi ha la fortuna di avere qualche metro quadro di
terra dietro casa.
Tutte forme di organizzazione razionale del territorio e della natura.
Che producono residui. Residui di verde che nessuno cura e che seguono
un proprio sviluppo; spesso poco appariscenti come tutti i residui,
sono invece vere e proprie riserve biologiche. Semi trasportati dalle
correnti d'aria o dalle suole delle nostre scarpe germinano nei posti
più impensati, tracciando linee verdi di continuità sottili ma sempre
rinnovate. Chiamate malerbe e fiori selvaggi, sono considerate da tutti
infestanti ed eliminate nei più svariati modi.
Eppure con vitalità e intraprendenza queste piante vagabonde tornano ad
invadere i residui delle nostre attività; la vita vegetale riesce a
farsi spazio nelle crepe urbane, colonizzando macerie, edifici e luoghi
abbandonati, alludendo ed indicando una diversa relazione tra umano e
natura.
Una relazione possibile tra fare e non-fare che stravolge il senso comune della gestione razionale dei territori.
Relazione di affinità, come quella tra potenza del verde spontaneo e
pratiche colturali – cioè culturali – non ufficiali, abusive, che
sfruttano i residui per creare orti e giardini: spazi dove la terra non
viene ricoperta da strati di pavimentazione, ma genera fiori, frutti e
piante.
Spazi pubblici da realizzare piantando alberi, luoghi di incontro dove
non si compra e non si consuma ma si coltiva. O anche luoghi da
osservare, semplicemente lasciati all'opera delle erbe spontanee e
vagabonde. Nel tempo dell'immaterialità, pratiche materiali di colture
e culture marginali. I margini non sono linee ma spazi dove si
incontrano e si mescolano le diversità: così la loro ricchezza è più
grande di quella degli ambienti che separano.

Anche
Xm24 è un po' residuo: luogo abbandonato dalle attività produttive, nel
corso di questi anni è stato attraversato e vivificato da innumerevoli
attività sociali, politiche e culturali, accomunate nella critica
pratica dell'esistente; nel realizzare questo si è fatto spazio
pubblico, luogo delle relazioni. Che non sempre sono facili e
gratificanti. Ma che hanno permesso di costruire legami con il
quartiere, la storica Bolognina, di cui è parte riconosciuta da tutti,
con ruoli critici e propositivi.
Appena al di là dei propri muri un vasto residuo – che dovrebbe
diventare nei prossimi anni la più vasta area di verde pubblico
cittadina è invaso da piante ed erbe vagabonde e pioniere, molte
delle quali hanno già assunto la forma di veri e propri alberi
spontanei.
Xm24 è quindi anche un margine, un limite della città con un residuo in
attesa dei tempi lunghi delle procedure burocratiche e degli scambi
commerciali.
Contemporaneamente in xm24 si sono sviluppate altre nuove relazioni tra
città e campagna e tra produzione e consumo: nell'appuntamento
settimanale con i produttori dell'agricoltura contadina. Un'esperienza fondata su filiera corta, produzioni biologiche,
autocertificazione che non è solo un servizio per i consumatori.
Riporta infatti con forza la terra, che è anche Terra, al centro della
vita di tutti noi che la calpestiamo e che la abitiamo. Fa capire che
l'ambiente non è il contorno in cui lavoriamo, viaggiamo e consumiamo,
ma il terreno di nome e di fatto di nuove pratiche politiche.
Colture e culture tornano a fondersi nella loro radice comune.

Con
CriticalGarden/CrepeUrbane xm24 esplora la propria forma di margine, "un territorio di ricerca sulle ricchezze che nascono dall' incontro di
ambienti diversi".

Vogliamo approfondire i legami con le culture della terra, fare modo
che il verde pubblico diventi idea e parte integrante e costitutiva
dello spazio pubblico.
Vogliamo lasciare invadere gli spazi urbani da piante, arbusti, fiori spontanei
Vogliamo farci invadere da esperienze pratiche di giardinaggio e orticoltura, abusive e/o indipendenti.
Da parole ed immagini su agricoltura contadina ed urbana.
Da laboratori del fare terra in città e nelle case.
Da itinerari alla scoperta del verde spontaneo.
Da proposte e progetti di interventi verdi in altri luoghi e spazi pubblici.

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